CASTELNOVO MONTI
Il periodo buio inizia in prima media. Parole cattive, offese, spintoni. Martina è una bambina molto brava a scuola, ma timida e introversa, con problemi di salute che la
rendono più fragile. I compagni di classe cominciano a prenderla in giro, la offendono e la escludono. I primi due anni sono difficili. In terza le cose iniziano a cambiare. Oggi, a 22 anni, Martina Rinaldi, in arte “Rina”, di Castelnovo Monti, è un splendida donna determinata e sicura di sé, che sulla sua esperienza ha scritto una canzone in inglese, “Find myself” (ascoltabile su YouTube), prodotta da Mattia Toni, anche lui castelnovese. Ed è tornata all’Istituto Comprensivo da lei frequentato per raccontare la sua storia ed evitare che altre ragazze o ragazzi siano, come lei, vittime di bullismo, prendendosi così la sua rivincita.
“All’inizio della prima media io ero ancora molto piccola mentalmente – racconta Martina -, giocavo con le bambole, non avevo né il cellulare né il computer, non facevo sport. Per un problema ai piedi ho subito un’operazione e per un certo periodo sono stata sulla sedia a rotelle. I miei compagni erano più ‘cresciuti’ di me, stavamo attraversando fasi diverse, non sono riuscita a farmi accettare”.
Così è iniziato il bullismo. “Io non avevo un gruppo di amiche con cui confidarmi – prosegue -, il mio unico confronto sociale era con i miei compagni, che mi insultavano e deridevano. È stato terribile. Un giorno un mio compagno mi ha detto: ‘Brutta handicappata, se lo dici a un prof ti butto già dalla scala con la carrozzina’. Sono venuta a sapere, a posteriori, che girava anche qualche mia foto, scattata a mia insaputa, ma non sono riuscita a rintracciarle, non ero ancora in quella ‘mentalità social’”.
In due mattine diverse, Martina ha incontrato alcune classi dell’Istituto Comprensivo di Castelnovo e ha tenuto una lezione sul bullismo a partire da parole come “violenza”, che può essere “fisica, psicologica, ma anche passiva”, il concetto di “colpa”, “empatia” e “cyberbullismo”.

I ragazzi, che avevano già ascoltato la canzone e svolto alcune attività sul tema con le loro rispettive insegnanti d’inglese, si sono mostrati attenti e interessati, interagendo con Martina e ponendole numerose domande. Alla fine si sono fatti fare anche l’autografo. “Come si esce dal bullismo? Non abbiamo un manuale che ci insegni a risolvere i problemi – sottolinea la giovane cantautrice -. Il bullismo è subdolo, riesce a convincere una persona dell’idea che gli altri hanno di lei. La vittima si sente in difetto, sbagliata, e tende a non cercare aiuto, a tenersi tutto dentro, si vergogna, e questo è pericoloso. I bulli sono persone che a loro volta, spesso, hanno un disagio interiore e se la prendono con i più deboli”.
Ad aiutare Martina a superare il suo malessere è stata un’altra sua passione, il teatro. “Ho iniziato a uscire da questa situazione quando ho iniziato a recitare – evidenzia -. Ho conosciuto nuove persone e ho scoperto di essere brava. Ho iniziato a pormi delle domande, confrontarmi con persone positive e acquistare sicurezza. Ho trasformato me stessa e anche l’atteggiamento dei miei compagni, a quel punto, è cambiato. La crudeltà che gli altri ci riversano addosso non la possiamo controllare, però possiamo controllare il modo in cui noi reagiamo a queste situazioni”.
Ai suoi genitori non ha mai detto nulla, fino a un anno fa, quando ha scritto la canzone, che parla della sua esperienza di bullismo. “Se tornassi indietro, gliene parlerei subito – precisa -. Nella canzone racconto di come io mi sia tenuta dentro questo disagio, non lo mostravo. Anche con questi incontri, cerco di far riflettere sulla complessità di questo fenomeno. Magari dentro di noi sentiamo qualcosa, ma da fuori sembra un’altra. Per questo dico sempre di parlarne con qualcuno. Adesso poi con i tablet e i cellulari che tutti abbiamo è ancor più pericoloso. Sono strumenti utili ma comportano dei rischi: tramite i social possiamo raggiungere il mondo intero e quello che postiamo rimane, una persona può essere esposta al giudizio di chiunque, bisogna fare attenzione”.

di Giuliana Sciaboni (pubblicato sul Resto del Carlino di Reggio Emilia martedì 13 dicembre 2022)